La comunicazione corporea si attua attraverso segni e gesti.
I primi trasmettono
informazioni relative a dati di fatto: il linguaggio dei sordomuti, una stretta
di mano, un abbraccio, i gesti del vigile e sono azioni volontarie,
codificate.
I gesti, invece, come ad esempio toccarsi il
mento, tamburellare con le dita sul tavolo o toccarsi i capelli, trasmettono in
modo più appropriato atteggiamenti e stati emotivi. Indicano azioni motorie coordinate e circoscritte, intenzionali o involontarie, prevalentemente compiute con le mani, volte a comunicare qualcosa.
Ekman e Friesen sono tra i principali studiosi nell'ambito della gestualità degli anni '60. Essi distinguono cinque tipologie di gesti:
-Gesti emblematici o simbolici: sono segnali intenzionali con un significato specifico, possono ripetere o sostituire il contenuto della comunicazione verbale. Un esempio la stretta di mano durante un colloquio di lavoro.
-Gesti illustratori: sono utilizzati con consapevolezza, accompagnano il discorso illustrando ciò che si sta dicendo.
-Gesti regolatori: sono segnali utilizzati con un basso indice di intenzionalità ed indicano a chi parla se l'interlocutore è interessato o meno alla conversazione, ad esempio cambiamento brusco di postura, cenni del capo, contatto visivo.
-Gesti di adattamento: sono movimenti inconsapevoli, non trasmettono un messaggio specifico. Si possono distinguere: gesti auto-adattivi (movimenti di manipolazione del proprio corpo durante la conversazione), gesti etero-adattivi (movimenti che coinvolgono la persona con cui si sta parlando) e gesti diretti verso oggetti.
-Gesti indicatori dello stato emotivo: l'ansia, la tensione emotiva producono mutamenti nei movimenti delle persone, ad esempio l'atto di scuotere un pugno in segno di rabbia.
"Delle parole ne comprendo il vero significato quando diventano gesti."
Fonte:
http://www.igorvitale.org/2014/03/05/comunicazione-non-verbale-il-significato-di-tutti-i-gesti/
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